Castel Mola (Taormina)
Il paese piccolo e ben
conservato si trova sulla cima di un cocuzzolo a strapiombo sul
mar
Ionio a 36 km da Messina e a 49 da Catania. A pochi
km da Taormina. Il punto più elevato si raggiunge salendo per un
sentiero, dalla piazza principale del paese, la Piazza Sant'Antonino,
fino ai ruderi di un castello. Sulla piazza esiste un belvedere che
offre una splendida vista sulla costa ionica e sulla città di
Taormina, sul mare e sulla costa
Calabra.
Del castello restano i ruderi delle poderose mura normanne, e non è
possibile stabilire con esattezza l’epoca di costruzione. L’unico
elemento certo, in merito all’edificazione di quest’opera
difensiva, proviene dalla dicitura greco bizantina del X secolo, incisa
nella lapide marmorea posta sulla facciata del duomo, che recita:
“questo castello fu costruito sotto Costantino, patrizio e stratega
di Sicilia�. Nonostante questo faccia presumere una collocazione in
epoca medioevale la maggior parte degli storici concorda con una più
antica edificazione nel periodo romano. Nel 1334, sotto il regno di
Pietro d'Aragona, fu cinto di mura e reso inaccessibile per essere
utilizzato come fortezza e prigione funzionale anche alla vicina
Taormina. Il castello di Mola fu per secoli l'anello più forte della
catena difensiva peloritana composta dai manieri di Milazzo, Ficarra,
Tripi, Castroreale, Castiglione e Francavilla; rappresentando per i
diversi conquistatori il punto nevralgico da espugnare per assumere il
controllo del territorio. Altro riferimento storico proviene
dall’emblema posto sulla sommità dell’arco d’ingresso
che presenta la dicitura: “Castello fedele a Sua Maestà –
anno 1578�. La suggestiva area del castello trasmette ancora, a chi
osserva dall'alto delle sue mura, emozioni intense e acquista ulteriore
fascino durante gli spettacoli di falconeria che si tengono fra le
rovine.
Castello Ursino (Catania)
Il Castello Ursino fu voluto da Federico II di Svevia e sorse fra il
1239
ed il
1250.
[1]
L'imperatore aveva pensato il maniero all'interno di un più complesso
sistema difensivo costiero della
Sicilia
orientale (fra gli altri anche il
castello Maniace di
Siracusa
e quello di
Augusta sono
riconducibili allo stesso progetto) e come simbolo
dell'autorità e del potere imperiale svevo in una
città spesso ostile e ribelle a Federico. Il progetto e la
direzione dei lavori furono affidati all'
architetto militare
Riccardo da Lentini
che lo realizzò su quello che allora era un imprendibile
promontorio di roccia sul
mare, collegata con un
istmo alla città ed alle
mura cittadine. Fu dotato anche di un imponente fossato e ponte
levatoio. Probabilmente il nome di "Ursino" dato al castello
deriverebbe da
Castrum Sinus ovvero il castello del
golfo
Aci Castello
Si narra che Aci
Castello e le altre Aci traggano la propria origine da
Xiphonia,
misteriosa città greca scomparsa, probabilmente oggi in
comune di
Aci Catena. I poeti
Virgilio e
Ovidio fecero nascere
il mito della fondazione alla storia d'amore tra una ninfa chiamata
Galatea ed un pastorello
chiamato
Aci, e del ciclope
Polifemo.
In epoca romana esisteva una città chiamata
Akis,
che partecipò alle guerre puniche.
La storia della medievale Jachium
e poi dell'araba Al-Yag coincide strettamente con
quella del Castello di Aci da cui si
può desumere buona parte degli avvenimenti storici ed a cui si rinvia.
Di questo periodo è la fondazione del Santuario
di Valverde. La storia di Aci Castello sarÃ
praticamente condivisa fino al XVII secolo con quella degli
altri casali del territorio di Aci a cui si può
far riferimento.
Castello arabo-normanno
Calatabiano
Castello arabo-normanno
Il castello fu costruito dagli arabi
e successivamente rimaneggiato dai normanni.
Per la sua grande importanza militare svevi e aragonesi
vi apportarono migliorie difensive. Alla famiglia dei Cruyllas si deve
l’ampliamento che portò la fortezza alle dimensioni attuali. Di
maggior interesse sono il portale di ingresso, costituito da un arco a sesto acuto di pietra
arenaria e pietra lavica, e il "Salone dei Cruyllas", diviso
simmetricamente da un arco in pietra lavica il cui concio reca le insegne
della famiglia. Nella parte più elevata del maschio si trova
un’uscita di emergenza sul pendio più ripido e difficilmente
accessibile del monte. Solo qualche rudere rimane invece del borgo
abbandonato nel 1693.
Castello di Nelson (Maniace)
L'Abbazia di Santa Maria di Maniace
(chiamata anche Ducea di Nelson, Castello
di Nelson e Ducea di Maniace) si trova al
confine fra i comuni di Bronte e Maniace,
in provincia di Catania.
Fu fondata dalla regina Margherita di
Navarra nel XII secolo. VerrÃ
donata insieme al feudo nel 1799
da Ferdinando di Borbone
all'ammiraglio inglese Horatio Nelson. Oggi il
complesso è stato musealizzato.
La storia della fondazione del cenobio Santa Maria di Maniace è
avvolta da un alone di mistero.
Molto probabilmente sul luogo esisteva un piccolo borgo fortificato in
epoca romana e poi bizantina. Il nome deriva dal generale Giorgio Maniace che,
inviato in Sicilia dall'imperatore Michele IV nel 1038.
Nel 1040,
con al seguito un esercito composto da bizantini, lombardi e normanni,
Maniace avrebbe affrontato in questo luogo truppe musulmane. Lo scontro
dovette essere tremendo, tanto che il fiume vicino - da allora chiamato
appunto Saracena - si colorò di rosso a causa del sangue versato. A
vittoria ottenuta per ringraziare la Madonna,
il generale fece costruire un piccolo cenobio e vi donò una icona che
- narra una leggenda - sarebbe stata dipinta da San
Luca [1].
La prima citazione storica fu quella di Edrisi che ne parlava nel 1150,
citandola come Manyag o Giran ad-Daqiq[2]
(o Ghiran ed-Dequq, cioè "Grotta della Farina").
Secondo altre fonti, Maniace avrebbe fondato direttamente un borgo, a
presidio della trazzera
regia.
Castelli in Sicilia